E il cagnolino rise
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Numero in collana3
Formato14x20,5 cm, 240 pag., brossurato in bianco e nero
ISBN9788897141396
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Prezzo € 12,00 €11,40
E il cagnolino rise
Charles Bukowski ha fatto riscoprire a tutto il mondo i grandi romanzi di John Fante, epigono della beat generation del quale, negli ultimi anni, è anche uscita un’opera omnia per i Meridiani Mondadori. L'incontro tra Fante e Charles Bukowski, che dichiara di considerarlo «Il migliore scrittore che abbia mai letto» e «Il narratore più maledetto d'America» (Bukowski giunse a dichiarare «Fante era il mio Dio»). Bukowski gli chiederà l'autorizzazione di ristampare Chiedi alla polvere, per cui scrive un'appassionata prefazione. Pur di spingere la casa editrice Black Sparrow Books per cui scriveva a ristampare le opere di Fante, da lungo tempo fuori stampa, Bukowski giunse a minacciare l'editore di non consegnare loro il manoscritto del suo nuovo romanzo.
Il romanzo più fortunato di John Fante fu Chiedi alla polvere, da cui è stato tratto l’omonimo film hollywoodiano con Colin Farrell e Salma Hayek.
Per tutto il romanzo lo sfortunato, sbruffone e sofferente protagonista continua a vantare l’unico successo di tutta la sua vita: la pubblicazione del suo racconto Il cagnolino rise, ma questo racconto rimane – col suo titolo ridicolo – un mistero. Generazioni di giovani scrittori, ammaliati dalla beat generation, hanno cercato di immaginare che diavolo ci fosse scritto in quel racconto.
In questo volume 20 autori italiani underground hanno scritto altrettanti racconti partendo da questo incipit per dare una risposta al quesito! Gli esiti sono talvolta profondi, talvolta esilaranti, dei veri e propri esercizi di stile!
«Non tollero i racconti sui cani, mi disse imboscando la rivista» (John Fante)
«Dovevo prendere una decisione nei confronti dell’albergo. O pagavo o me ne andavo: così diceva il biglietto che la padrona mi aveva infilato sotto la porta. Era un bel problema, degno della massima attenzione. Lo risolsi spegnendo la luce e andandomene a letto.» (John Fante)
«A me piacciono quelle persone un po’ distratte: quelle che appena le abbracci sembrano ricomporsi, mentre prima cadevano in mille pezzi» (Charles Bukowski)
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