L’uomo che ride
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Formatovolume 21x30 cm, cartonato a colori, pg.168
ISBN9788836270040
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Prezzo € 22,50 €21,38
L'uomo che ride
Tra luci e ombre di un’Inghilterra settecentesca, un orfano dall’animo nobile si guadagna da vivere portando in scena la propria sofferenza. Ha il volto sfigurato per una mutilazione subita nei primi anni di vita, che lo costringe a una maschera di eterno riso.
Una bottiglia restituita dal mare farà luce sulle sue origini e sulle contraddizioni di una società corrotta.
L’adattamento a fumetti del discusso romanzo L’homme qui rit di Victor Hugo, che ha ispirato la figura del Joker.
«L’uomo che ride ha lasciato un segno indelebile nella cultura popolare moderna. Quando nel film Il Cavaliere Oscuro il Joker di Heath Ledger dice «Mettetevi una faccia felice!», è una versione distorta del Gwynplaine di Hugo a parlare. Nel 1940, mentre erano al lavoro sul primo numero di «Batman», sotto gli occhi di Jerry Robinson, Bob Kane e Bill Finger capitò un poster che ritraeva Conrad Veidt nel film L’uomo che ride del 1928. Fu quell’immagine a ispirarli nella creazione di Joker, nemesi di Batman. Nel 2011, ho scritto una storia di «Batman e Robin» per la DC Comics in cui un francese mutilava suo figlio in un perverso omaggio a Victor Hugo.
Volevo rendere un tributo alla figura che ha ispirato il principe pagliaccio del crimine ma, come la maggior parte della gente che non vive in Francia, in realtà non avevo mai letto L’homme qui rit. Non è affatto popolare come I Miserabili o Notre-Dame de Paris. Quando finalmente riuscii a recuperare una copia del libro, capii subito il perché. Scritto a fine carriera, mentre Hugo viveva in esilio sulle Isole del Canale, appare sconclusionato, pieno zeppo di dettagli sulle dinamiche interne all’aristocrazia britannica e sul suo sistema politico. Dopo aver superato con fatica i passaggi più turgidi però, sono rimasto rapito dalla storia che è al centro del libro, una storia di amore e umanità, di lotta contro i meccanismi del destino e della società corrotta. [...] Per rendere fattibile il progetto, sapevo che avrei dovuto prendere una lama e tagliare drasticamente il testo originale anche per riorganizzare la cronologia della storia e creare un effetto drammatico. Così ho messo in atto una chirurgia radicale ma, spero, non una mutilazione dell’originale.» (dalla postfazione di David Hine)
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