Rubber Flesh

Dopo aver subito un incidente, Monika Ledesma, programmatrice di una multinazionale, scopre che il suo corpo è di biosilicone, un composto capace di autorigenerarsi.
Presto scopre che un gruppo di “silicoidi” è geneticamente configurato per distruggere quel materiale, pronto per perseguitarla e ucciderla.

Una pistola che si innesta nel cervello nella quale fare il back-up di tutta la propria personalità. Carne di silicone che, una volta colpita, si liquefa orribilmente, generando cloni. Infanticidi, amputazioni orrende, cloni deformi, sesso, violenze fisiche di ogni genere e forma su donne, uomini, animali e bambini.

“Un’orgia di sesso del sangue e carne bruciata di plastica”: ecco come Rubber Flesh viene descritto dall’autorevole rivista spagnola «Jot Down», che ha scelto questo graphic novel come uno dei cento fumetti da leggere almeno una volta nella vita.
Rubber Flesh era la prima collaborazione di Miguel Ángel Martín con la rivista «El Víbora»: già all’epoca l’artista spagnolo dimostrò di avere un universo unico, esportabile nel resto del mondo, con fantascienza, sangue freddo, intrigo e pornografia.

Un omaggio alla fantascienza, alla biotecnologia e al cinema di David Cronenberg, uno dei registi preferiti da Miguel Angel Martin, che l'artista spagnolo cita indirettamente con alcuni riferimenti ad uno dei suoi film migliori, quel Videodrome in cui il connubio tra tecnologia e carne umana ha avuto la sua consacrazione più bizzarra e surreale. Una storia in cui, come sempre, Martin capovolge il modo ordinario di intendere i rapporti di coppia o quelli tra madre e figlio, come nel caso della protagonista e dei figli che il suo corpo di biosilicone andrà a generare.

Un classico di uno dei grandi maestri del fumetto spagnolo, incredibilmente ancora inedito in Italia, con un cameo d'eccezione che gli appassionati di Miguel Angel Martin non potranno lasciarsi scappare.

Attenzione. Se amate la fantascienza ma avete il cuore tenero, non aprite questo libro.