Kafka – La metamorfosi
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Numero in collana31
Formatovolume 21x29,7 cm, cartonato a colori, pg.108
ISBN9788836270507
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Prezzo € 19,90 €18,91
Kafka – La metamorfosi
Una mattina mi svegliai dopo una nottata di sogni inquieti
e mi ritrovai trasformato
in un gigantesco insetto…
L’adattamento a fumetti del più noto racconto di Franz Kafka (1883-1924), pubblicato per la prima volta nel 1915. Una tragica metafora del male di vivere del Novecento: l’emarginazione alla quale l’insetto, il “diverso”, viene cinicamente condannato dalla società.
La metamorfosi è un racconto lungo di Franz Kafka (1883-1924), scritto nel 1912 ma pubblicato nel 1915. Si tratta di uno dei testi più noti e famosi dello scrittore boemo in cui si descrivono le vicende di un uomo, Gregor Samsa, che una mattina si sveglia e scopre di aver assunto le fattezze di uno scarafaggio. Generalmente La metamorfosi è interpretata come una allegoria della alienazione dell’uomo moderno all’interno della famiglia e della società, che si traduce nell’isolamento del “diverso” e nell’incomunicabilità con i propri simili. Il racconto è anche un ottimo esempio della poetica e della visione del mondo di Kafka, in cui il destino dell’esistenza individuale è in mano a forze oscure e inconoscibili, che operano in maniera assurda e imperscrutabile sulla vita degli uomini (come si vede anche nel romanzo Il processo).
Le pagine de La metamorfosi di Kafka si presentano come una lunga, articolata metafora che si sviluppa in due direzioni differenti ma strettamente correlate tra loro. Da un lato, il racconto è una denuncia dell’oppressione delle regole sociali sull’individuo, che viene schiacciato e spersonalizzato dalle imposizioni esterne.
Dall’altro lato, La metamorfosi è la sintesi dell’impossibilità di comunicazione tra esseri umani, in particolar modo negli ambienti familiari, simboleggiati dai luoghi chiusi e asfittici in cui si svolge tutta la vicenda.
La cosa più difficile è stata la resa grafica di Gregor/scarafaggio: la mimica umanizzata, l’espressione del dolore, il tormento interiore… Non mi interessava la semplice riproduzione da entomologo, fredda e distaccata, ma, appunto, la possibilità di creare un personaggio ibrido: che avesse, sì uno sgradevole aspetto ripugnante, e al contempo, mantenesse viva la presenza umana del povero Gregor.
Sergio Vanello
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