Il razzismo nei fumetti
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Collana
Numero in collana7
Formato14,5x21 cm, 208 pag., brossurato in bianco e nero
ISBN9788897141532
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Prezzo € 16,90 €16,06
Il razzismo nei fumetti
La storia del fumetto può essere anche come gli autori dei fumetti abbiano riflettuto e risposto a sfide o problemi posti loro dalla situazione in cui vivevano come esseri umani e cittadini di una nazione particolare. Via via che all’interno di uno stato va avanti la riflessione sul tema X, se questo tema è talmente coinvolgente da pervadere tutta la società allora anche il fumetto ne risulterà contaminato. Parliamo di argomenti fondamentali, di temi basilari per la vita di una nazione. Temi e argomenti da cui dipende quale tipo di nazione stiamo costruendo, quale tipo di futuro stiamo costruendo.
Questo libro parla del razzismo. Di come questo scontro culturale sia affiorato nella produzione a fumetti statunitense dal 1934 in poi, arrivando fino ai nostri giorni. Lo farà individuando una serie di esempi, di storie particolarmente significative, che una dopo l’altra, tassello dopo tassello, costituiranno, l’affresco che terrete tra la mani alla fine del volume.
Questa è la storia di come alcuni autori abbiano deciso di combattere il razzismo attraverso le storie a fumetti da loro realizzate.
L’autore ha esaminato fumetti pubblicati dal 1934 al 2014, intervallo di tempo scelto sia per una questione di reperibilità del materiale di studio sia perché l’indagine si concentra sul formato comic book. Fondamentale il riferimento alla seconda guerra mondiale che, in virtù dell’emergenza bellica e della necessità di unità sociale, portò gli editori alla pubblicazione di storie caratterizzate da una prospettiva integrazionista. Alla fine della guerra, venendo meno lo stato di emergenza, molti editori però tornarono a pubblicare storie chiaramente razziste, destinate a un pubblico che non nascondeva la sua avversità per la popolazione di colore, soprattutto negli stati del Sud.
Spesso tuttavia contro il razzismo si parlava in forma allegorica: la EC Comics, in particolare, utilizzando ambientazioni e storie di fantascienza, più di una volta condannò la discriminazione e il segregazionismo.
L'autore illustra anche gli anni ’60, caratterizzati dalle amministrazioni Kennedy e Johnson, dai Civil Rights del 1964 e dalla lotta guidata da leader come Martin Luther King e Malcolm X, dove anche altre case editrici come la Marvel cominciano ad offrire dei personaggi di colore positivi come Black Panther e Falcon, entrambi nati dalla penna di Stan Lee. Se Black Panther incarnava l’orgoglio nero in maniera non conflittuale, Falcon non solo rappresentava una reazione all’estremismo dei gruppi più violenti, ma anche l’esempio della persona di colore che fa di tutto per integrarsi nella società bianca.