Nero Metafisico
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Collana
Numero in collana9
Formato15x21 cm, 384 pag., brossurato in bianco e nero
ISBN9788897141631
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Prezzo € 14,00 €13,30
Nero Metafisico
23 racconti tra il nero e il metafisico partoriti dal pioniere dello splatter punk horror italiano, dove spirano omaggi a Poe, H.P. Lovecraft e ai Crepuscolari.
Tra questi, La Vendemmia, tradotto col titolo “Hell” per la raccolta inglese Dark Gates (edizioni Kipple, con Alessandro Manzetti), inserito nella lista mondiale “Best Horror of the Year 2014” redatta da Ellen Datlow.
Possessioni demoniache, patti infernali, paranoia, ossessione, complotti, terrorismo, morti che tornano alla vita, feste di compleanno che portano sangue, cavalieri dopo l’Apocalisse, un bambino che piange lacrime divine, case maledette, santi e miracoli, santeria, voodoo alla romana, dèmoni cittadini e di campagna, vendette. Un horror che è sia splatter che “nero metafisico”, nel più antico e lovecratiano senso del termine.
Nero Metafisico è diviso in tre parti: Serpenteria, Limboscopìa e Metropolitànatos, ed i racconti abbracciano la produzione di Di Orazio dal 1990 ad oggi.
Paolo Di Orazio (Roma, 1966), pubblica racconti, romanzi, fumetti dal 1987 per Acme, Granata Press, Addictions, Urania, «Cattivik», «Heavy Metal», Aurea, Lizard, Beccogiallo, Cut Up, Kipple, Independent Legions. Ispiratore e coordinatore del mensile cult «Splatter», è membro della Horror Writers Association.
«E se fossimo già morti? Edificando cimiteri viventi, arredati per la nostra quiete. Futili benefici che invecchieranno in un attimo tra polveri del tempo.»
«Pietro vide Francesca fermarsi tra vampe di luce promanate dal camino. Mentre scopriva come la donna fosse cambiata morendo, una bolla di vermi esplose sotto le ascelle di Pietro. Li sentì ribellarsi tra braccia e torace. Ma non li scacciò. Erano parte di lui. L’uomo vide gli zoccoli di Francesca, e nel buio i suoi occhi rosso scarlatto.»
«La donna era in piedi, nuda, in equilibrio sulle tibie mozze opportunamente cauterizzate. Margherita sosteneva una trave, a cui era legata a braccia aperte, un rullo di chiodi che, grazie al peso del legno, si conficcavano nelle spalle, nella nuca, nelle braccia. Tutto sotto il presidio medico a terra scaricavano nel cervello e nel cuore di Margherita una tempesta di fulmini di sofferenza: amputata alle ore dieci del mattino, la donna fu issata in piedi e soggiogata alla trave. Un grosso ratto morto era appeso per i denti alle grandi labbra di Margherita, per uno stiramento delle carni intime.»