Le grandi parodie Disney
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Numero in collana6
Formato15x21 cm, 128 pag., brossurato in bianco e nero
ISBN9788897141723
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Prezzo € 12,00 €11,40
Le grandi parodie Disney
Dall’Inferno di Topolino ai Promessi Paperi, da Paperino di Munchausen al Dracula di Bram Topker, questo testo illustrato, diventato libro di testo nell’università di Cagliari e de La Sapienza, realizzato con il contributo della Fondazione del Banco di Sardegna, ripercorre con occhio critico ed appassionato le Grandi Storie Disney, fornendo al lettore un efficace cronistoria ed una tecnica interpretativa universitaria ricalcata sui metodi interpretativi delle letteratura “alta”, pur rimanendo fruibile da un pubblico meno addetto ai lavori.
Il volume è realizzato da Pier Paolo Argiolas, Andrea Cannas, Giovanni Vito Distefano e Marina Guglielmi, che esplorano punti di vista complementari per lo studio delle parodie disneyane.
Le parodie, aggiungono, a volte sovrappongono ai personaggi dell’opera sorgente, i tratti dell’interprete.
Nelle parodie disneyane, le caratteristiche e la fama degli interpreti fanno quindi leva su quelle dei personaggi dell’opera sorgente e, in questo rapporto di dominanza, giocano un ruolo importante le regola disneyane che vincolano le varie trame.
Le parodie disneyane esplorano la produzione narrativa, teatrale ed epica, sfruttano e dimostrano la duttilità dei personaggi, ma è pur vero che forzano l’opera originale entro i confini disneyani.
La direzionalità di questo rapporto, che vede le strutture disneyane dominare su quelle delle opere sorgenti, si è inoltre rafforzata nel tempo, come suggerisce il fatto che l’approccio preferenziale alla parodia è diventato quello basato sull’ambientazione nel presente narrativo disneyano (Cannas), dove i protagonisti non devono nemmeno indossare abiti diversi.
Spunto particolarmente interessante è, infine, quello proposto da Cannas e Guglielmi, che segnalano come la sorgente delle parodie si sia spostata nel tempo dalla letteratura a cinema e televisione.
Il punto messo in evidenza è che le parodie in generale, e quelle disneyane non fanno eccezione, dicono qualcosa anche sull’immaginario coevo. Infatti, per quanto sia centrale il contesto di destinazione (come visto, particolarmente in casi come quello disneyano), l’operazione parodica diventa opaca se applicata a opere ignote al lettore. In questo caso, infatti, da una parte viene meno l’effetto richiamo in fase di promozione, mentre dall’altra i tipici meccanismi, quali l’allusione, il ribaltamento, eccetera, perdono di efficacia, non trovando leve nel lettore.
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