Io sono Arthur Cravan
Collana
Numero in collanafc
Formato16,5x24 cm, 144 pag., brossurato in bianco e nero
ISBN9788897141952
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Prezzo € 11,90 €11,31
Io sono Arthur Cravan
https://issuu.com/home/docs/preview_interni_-_io_sono_arthur_cr/edit/embedNato a Losanna nel 1887, Fabian Avenarius Lloyd cambiò il proprio nome in Arthur Cravan.
Nel 1912 fondò, scrisse, pubblicò e distribuì da solo la rivista «Maintenant» attraverso la quale ridicolizzava molte opere d’arte esposte alla Mostra degli Indipendenti nonché molte delle idee degli intellettuali dell’epoca.
Convinto che «la prima condizione per un artista sia sapersi battere», cosa che lo accomuna ad esempio ad Hemingway, praticava boxe a livello dilettantistico e non di rado ebbe a scontrarsi con poeti di ben altra “statura”, come ad esempio André Gide, spronato dal sua goliardia che sfociava spesso nella presunzione. Il titolo, Io sono Arthur Cravan rende perfettamente lo stile e l’atteggiamento del protagonista nei confronti della vita e del suo prossimo.
Alto quasi due metri, fisico eccezionale, il suo capolavoro – il capolavoro della propria vita e della propria opera – fu incontrare il campione del mondo di pugilato Jack Johnson. Cravan non era un vero pugile e sapeva perfettamente che non avrebbe potuto nulla contro il campione. La sua opera d’arte fu convincere il mondo intero che lui fosse un grandissimo boxeur, campione d’Europa, fino ad organizzare un colossale incontro, che ebbe luogo esattamente 100 anni prima dell’uscita di questo libro: il 23 aprile 1961.
Sapendo di non avere chances, Cravan truccò il match, si fece corrompere e sconfiggere alla prima ripresa, intascando 5.000 pesetas.
Ma poi, in America, convinse tutti che Johnson aveva sofferto, che l’incontro era durato almeno sei round e che lui aveva perso perché non aveva raggiunto il culmine della sua preparazione atletica.
Grandi artisti dell’epoca se lo contendevano per mostre e serate mondane, fu grande amico di Marcel Duchamp, finché un giorno misterioso – dopo aver sposato la bellissima Loy – scomparve su una barca nel Golfo del Messico per non fare mai più ritorno.
Lo stile sporco e contemporaneamente preciso di Mauro Cicarè rende questo volume di una poesia grafica indimenticabile, un piacere per gli occhi pagina dopo pagine, degno dei grandi autori di fumetti del passato. La narrazione di Gabriele Tinti è essenziale ed ironica, sa rendere le atmosfere fumose di inizio Novecento sposandosi perfettamente con la matita di Cicarè.
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