James Wan – da Saw e Insidious al Conjuring Universe e Aquaman: intervista agli autori

La redazione di Edizioni NPE ha intervistato Nico Parente ed Edoardo Trevisani, autori del primo saggio italiano dedicato al regista del momento.

Perché dedicare un volume a James Wan?

NP «Anzitutto perché ingiustamente mancava, poi perché Wan è uno degli ultimi artigiani prestati alle nuove frontiere dell’horror. Non ha mai celato, d’altronde, i suoi riferimenti principali, tutti grandi maestri del genere: da Carpenter a Hooper sino al nostro Argento. È proprio questo suo stretto legame col cinema che più amo che mi ha convinto a fare dei suoi lavori oggetto di studio».

ET «Perché Wan è uno degli autori più importanti nel panorama horror odierno, ha la capacità di far convivere la sua predilezione per il cinema indipendente con le prerogative dell’odierna industria cinematografica. È un personaggio unico e il suo lavoro merita uno sguardo più approfondito».

Come avete strutturato il lavoro?

NP «Essendo quella di Wan una filmografia, seppur concentrata in pochi titoli, molto vasta grazie a sequel, spin-off e via dicendo, siamo partiti da una suddivisione dei titoli da analizzare sulla base dei propri gusti personali e da lì abbiamo dato vita a un volume, involontariamente, omogeneo».

ET «Si è trattato di individuare gli elementi chiave della cinematografia di Wan e una volta fatto è venuto fuori un percorso che attraversa tutto il suo universo creativo. Si tratta di un viaggio nel quale si incontrano figure come Leigh Whannell, che è stato uno dei collaboratori più importanti di Wan, o presenze inquietanti come la bambola Annabelle e John Kramer».

James Wan ha dato vita a un vero e proprio “Universo del Terrore”. Viene trattato anche l’intero The Conjuring Universe nel vostro lavoro?

NP «Assolutamente sì. Pur essendo il “The Conjuring Universe” un mondo che vede Wan impegnato soprattutto, oltre che come autore, in qualità di supervisore, non potevamo certamente eludere il “The Conjuring Universe” dall’analisi. È un’operazione affascinante, che vede diversi validi nomi, come ad esempio Gary Dauberman, gravitare attorno a Wan. Personalmente ho anche avuto l’opportunità di visitare il set di The Nun, ovviamente tutto riportato all’interno del volume, e devo ammettere che il “The Conjuring Universe” è un mondo, un universo meglio, talmente oscuro e intrigante del quale credo non ci libereremo molto facilmente. E non solo per esigenze di mercato».

ET “The Conjuring Universe” è un vero e proprio fenomeno cinematografico, ogni film sbanca puntualmente il botteghino e allo stesso tempo esplora le nostre paure e le nostre inquietudini. Si tratta di un universo in un certo modo antologico, nel senso che racchiude diverse tematiche care all’horror classico, come le case stregate, le possessioni diaboliche, le bambole viventi e le ripropone in un’ottica nuova, sconcertante. Wan in questo modo ci ricorda che le buone storie funzionano sempre e che quelle dell’orrore, in particolare, non smetteranno mai di parlarci di noi stessi. Che ci piaccia o no».

 

Avete provato a coinvolgere Wan nel progetto?

NP «Certamente i tentativi non sono mancati, ma Wan è ormai una macchina inarrestabile e un vero e proprio “fenomeno” sulla scena. Poter ottenere un’intervista per il libro avrebbe comportato ritardi assurdi, senza poi magari ricavarne molto. Avrebbe certamente impreziosito il lavoro, ma devo ammettere che l’assenza di Wan dal volume ha certamente reso più obiettiva l’analisi. In compenso ha commentato, piacevolmente sorpreso, la cover del volume sui nostri social».

ET «Mentre eravamo alle prese con il libro, era impegnato in diversi progetti, questo lo avrà reso più irreperibile del solito. Ma chissà, magari in futuro avremo modo di farci raccontare qualcosa, del resto non sembra abbia nessuna voglia di fermarsi, né come regista né come produttore!».

Wan è ormai un director mainstream e recente è anche il suo approdo al mondo dei cinecomic. Cosa pensate in merito alla sua versatilità?

NP «Nella sua ascendente carriera, Wan aveva già dimostrato la sua versatilità dirigendo titoli quali Death Sentence o Fast & Furious. È un regista con la predilezione per l’horror, genere che non potrebbe mai, contrariamente ad altri, rinnegare. Ma per un regista professionista concentrarsi solo su un genere non è mai consigliato. Lui ha dato prova di poter dirigere anche copioni action, thriller e, come nel recente caso di Aquaman, cinecomic. Che possa un giorno cimentarsi anche con la commedia? Non lo escludo».

ET «Non è la prima volta che accade. Ci sono stati altri registi horror che si sono cimentati con generi diversi, come Carpenter, Craven, Cronenberg, o, ancora, Sam Raimi, che ha diretto la trilogia di Spider-Man. Questo perché ci sono registi che hanno voglia, e magari l’opportunità, di mettere alla prova la propria ispirazione anche in contesti produttivi diversi, dimostrando comunque il loro talento. Wan, che conosce bene il suo mestiere e conosce altrettanto bene l’industria cinematografica, sa benissimo che questi sono i tempi del cinecomic e ha voluto dire la sua».

James Wan – da Saw e Insidious al Conjuring Universe e Aquaman
Parente Nico – Trevisani Edoardo
15×21 cm, brossura con alette b/n, 144 pgg.
Prezzo € 12,00