Intervista a Simone Annicchiarico

Il presentatore televisivo Simone Annicchiarico (conduttore de La Valigia dei Sogni, Italia’s Got Talent, Music Summer Festival, Fronte del Palco), figlio di Walter Chiari e Alida Chelli, ci introduce nel folle mondo dei nomen omen con il suo Piccolo atlante dei nomi inventati.

La redazione di Edizioni NPE, in collaborazione con il co-autore del volume Andrea Doretti, lo ha intervistato.

 

Come è nata l’idea di inventare questo gioco dei nomi?

Quando registravamo La Valigia dei Sogni, il programma di cinema in tv, eravamo sempre in giro con la troupe, e facevamo lunghi spostamenti soprattutto in auto per andare sui set dei grandi film del passato. Il gioco partì per caso in uno di questi viaggi, quando Andrea Doretti (il regista del programma), leggendo il copione, disse che era ben scritto. Io risposi che dovevamo assolutamente assumere Ben Scritto come autore. Lui rispose Ben Detto. Da lì fu uno scambio continuo di nomi, che dovevano essere nomi reali; non valeva insomma Ticuro Nacarie (il famoso dentista giapponese di infantile memoria) e neanche la ballerina russa Ciolanka Sbilenka. Io e Andrea abbiamo continuato a mandarci messaggi, spesso nella notte, con i nomi che ci venivano in mente, poi anche i nostri amici hanno cominciato a proporre nomi; a casa in Sardegna, in molte sere d’estate, era diventato il gioco di gruppo preferito, potevamo andare avanti per ore. Dopo qualche mese abbiamo raccolto tutti i messaggi e gli appunti scritti sui cartoni della pizza, li abbiamo messi insieme e ci siamo accorti che erano tantissimi e ci divertivamo a rileggerli, a distanza di tempo. Di alcuni abbiamo scritto una breve biografia immaginaria e abbiamo deciso di realizzare l’Atlante.

Quali sono i personaggi che preferisci?

Sicuramente tutta le serie di Ben (che potrebbero essere molti di più di quelli inseriti nel libro, ma ho preferito lasciarli alla ricerca del singolo lettore), perché sono quelli dai quali abbiamo iniziato. E su tutti Mario Netta, che nella sua semplicità riassume tutta l’anima del politicante italiano, manovrato dall’alto e senza una propria linea morale.

 

Quale sarebbe stato il preferito di Walter Chiari, tuo papà?

Probabilmente per la sua anima veneta Eva Inmona, la prostituta padovana, e per la sua passione per la boxe Thomas Sacrato. E, ovviamente, il regista Chuck Sigìra, che dava sempre buona la prima.

 

C’è qualche riferimento letterario a cui ti sei ispirato?

Sì, forse Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. All’inizio infatti immaginavamo che le biografie fossero scritte sulle lapidi di un cimitero. Forse un giorno ne faremo un film: io che cammino tra i cipressi, mi soffermo sulle tombe, e da lì parte il racconto della vita del deceduto.

 

Lo scrittore e pittore Alberto Savinio sosteneva che sono rari gli uomini che non somigliano al loro nome e cognome. Sei d’accordo?

Certo! Nella realtà ci si imbatte spesso in nomi su campanelli o aziende che sono assurdi per quanto sono precisi: i fratelli Bollente che fanno impianti termosanitari, l’avvocato Massimo della Pena, o Luigi Manganelli capo della polizia. Sembrano gli abitanti di Topolinia. E, invece, sono veri.

 

Alcuni personaggi del libro sono illustrati, sei appassionato di fumetti?

Da morire. Soprattutto Braccio di Ferro e L’Uomo Ragno, ma mi piacciono tutti, dai classici fino ai manga giapponesi. Poi sono appassionato di action figure, e quindi con Isabella Ferrante (l’illustratrice) abbiamo pensato di riproporre il fumetto tramite paper doll, le bambole di carta che si possono ritagliare e comporre con diversi vestiti. Si può creare il proprio personaggio e metterlo dove si vuole. La mia paper doll preferita dell’Atlante è Giudy Corda.

 

Programmi futuri?

Non vedo l’ora di presentare il libro in giro e sul mio profilo Facebook. Sono sicuro che le persone si appassioneranno a cercare nuovi nomi, tutto materiale che ruberò e metterò nel secondo libro. Un libro corale.

Poi mi piacerebbe tornare in tv con un programma che parli di musica, la mia altra passione. Suono la chitarra e ho cantato in un gruppo che faceva pezzi dei Led Zeppelin. Adoro il rock anni ’70, e mi piacerebbe raccontare aneddoti e miti di quegli anni ai giovani che conoscono Sfera Ebbasta (nel senso che conoscono solo quello). La musica non è solo questo rappettaccio mischiato a reggaetton. Sulle storie di Elton John, i Beatles, Jimmy Page e i Doors potrei parlare all’infinito. A proposito, la vostra Storia del Rock a fumetti è meravigliosa.

Il sogno poi è di tornare a fare La Valigia dei Sogni, un programma piccolo piccolo ma che ci siamo davvero divertiti a fare, forse anche grazie a un gruppo di lavoro fenomenale.

 

Foto realizzate da Fabio Lovino. Tutti i diritti riservati.Â