Eccetto Topolino – nuova edizione: Intervista a Leonardo Gori

La redazione di Edizioni NPE, in occasione del lancio di questa nuova splendida edizione del suo saggio best-seller, ha intervistato Leonardo Gori, uno degli autori del volume. Il saggio è già disponibile sul nostro sito cliccando qui e dal 17 settembre sarà distribuito in tutte le librerie e fumetterie.

Caro Leonardo, è un onore per la nostra casa editrice dare alle stampe la seconda edizione del grande saggio Eccetto Topolino – Lo scontro culturale tra fascismo e fumetti. La prima edizione andò subito esaurita e davvero tutti i giornali le dedicarono una pagina intera. «L’Unità» scrisse che con quel volume nasceva la storia e la critica del fumetto. Cosa vuoi dirci di questo volume? Qual è stata la scintilla che ha spinto te ed i tuoi colleghi a scriverlo?

Appassionato e anche collezionista di fumetti da sempre, con una particolare attenzione al mondo Disney e al grande fumetto “sindacato” americano, mi sono interessato della storia di questa straordinaria forma d’arte fin da tenera età.
Durante la mia adolescenza, nei primi anni Settanta, il “revival” dei comics classici, specie del King Features Syndicate (Flash Gordon, Phantom, Mandrake, eccetera, oltre naturalmente Mickey Mouse & c.) aveva coinvolto anche il mondo della Cultura, a vari livelli: personalità quali Umberto Eco, Alain Resnais, Federico Fellini, Oreste Del Buono, discettavano di Fumetto classico e ne ricostruivano la storia editoriale italiana. Il quadro era appassionante: il Fumetto era letteralmente “esploso”, in Italia, nella seconda metà degli anni Trenta del Novecento, con una diffusione oggi inimmaginabile, cambiando profondamente il mercato, i lettori, il mondo editoriale… Una vera rivoluzione, che aveva inciso profondamente in più generazioni di lettori. Il Fumetto, ovviamente, aveva incontrato l’aperta ostilità del mondo degli educatori, che erano stati in grado di indirizzare la censura fascista fino a provocare il bando ai comics americani… “Eccetto Topolino”, giust’appunto.

Una vicenda appassionante che lasciava intravedere una fetta importante del dibattito culturale, di costume e politico, che coinvolgeva nomi di grande rilievo, da Benito Mussolini all’ambasciatore USA in Italia… Il giornalista Francesco De Giacomo aveva trovato fortunosamente, nel 1969 (lo racconta nel libro) l’archivio di Guglielmo Emanuel, l’agente del King Features Syndicate in Italia, e ne aveva offerto alcuni “assaggi” agli appassionati, in stimolanti articoli che avevano forzatamente lasciato dormiente la quasi totalità della straordinaria documentazione, finita poi in un archivio privato per oltre trent’anni.

Dunque io e i miei autori conoscevamo, fin da allora, l’esistenza di questo leggendario giacimento documentario, e ci ripromettevamo di utilizzarlo, anche per rettificare, integrare, approfondire dati e ricostruzioni sommarie, giornalistiche e amatoriali, tramandate senza alcuna verifica per decenni. L’occasione si è presentata dieci anni fa, e abbiamo deciso di cogliere l’occasione per scrivere un saggio che fosse sì godibile, illustratissimo e appetibile per gli appassionati, ma allo stesso tempo uno studio redatto con criteri scientifici (la prefazione del massimo storico del Fascismo, Mimmo Franzinelli, ci conforta in tal senso).

Com’è stato lavorare a questo ponderoso saggio insieme con Fabio Gadducci e Sergio Lama, per di più – gli ultimi mesi – in tempi di Covid?

Il lavoro alla nuova edizione di Eccetto Topolino è durato alcuni anni. Il risultato, che certo non dobbiamo giudicare noi, ma che ci inorgoglisce, è frutto della straordinaria capacità investigativa di Fabio Gadducci, che ha esplorato non solo l’archivio Emanuel, assolutamente inedito, ma ha svolto ricerche approfondite in archivi pubblici e privati di tutta Italia, e anche dell’efficienza e allo scrupolo da “topo di biblioteca” di Sergio Lama. La fase della forzata clausura per la pandemia ha certamente dato un frutto insperato, ovvero il tempo per un’ultima, approfondita revisione del testo.

In cosa si differenzia esattamente questa seconda ed ampliata edizione dalla prima? Cosa avete approfondito?

La nuova edizione è interamente rivista, con una revisione scientifica, un indice analitico e soprattutto un capitolo aggiuntivo che porta la narrazione al 1950, frutto di ricerche fatte nel frattempo. Non è solo un aggiornamento, perché, nella precedente edizione, la narrazione dei fatti risultava in qualche modo monca, arrestandosi alla catastrofe della Seconda Guerra Mondiale e alla forzata, seppur relativamente breve, sospensione delle pubblicazioni a fumetti in Italia.

In realtà il mondo dei “giornali” e degli “albi” a fumetti, peculiare e assai diverso da quello che oggi ci è familiare, era sopravvissuto, con una lunga e articolata “coda”, almeno fino al 1949, vero anno di svolta. In quel periodo, ovvero il tumultuoso secondo Dopoguerra, le vicende di Emanuel e di molti altri protagonisti (fra cui Mario Nerbini e Arnoldo Mondadori) erano proseguite, si erano di nuovo intrecciate col mondo culturale e in generale con la società italiana del tempo.

Nuovi ritrovamenti archivistici, opera ancora di Fabio Gadducci, ci hanno reso possibile concludere, finalmente, la narrazione “monca” di cui sopra, offrendo un quadro assai più ampio ed esaustivo. Il lavoro di Giovanna Lambroni, revisore scientifico, e la compilazione di un indispensabile indice analitico, colpevolmente assente nella prima edizione, hanno completato il quadro.

La tua carriera di scrittore non conosce soste e i tuoi volumi come narratore sono uno più bello dell’altro. Qual è il tuo romanzo al quale sei più legato?

All’ultimo, naturalmente: Il ragazzo inglese, edito da TEA. L’ultimogenito ha sempre bisogno di essere coccolato di più… Colgo l’occasione per dire che nei miei romanzi inserisco sempre citazioni fumettistiche, che magari la grande maggioranza dei miei lettori non coglie, ma che sono delle strizzate d’occhio agli amici appassionati e collezionisti: nel precedente La nave dei vinti, ambientato a Genova nel 1939, ho addirittura coinvolto, come personaggio della vicenda Lotario Vecchi, vero iniziatore del Fumetto moderno in Italia.

foto di Francesco Nigi

Utilizzando, fra l’altro, molte notizie prese da Eccetto Topolino! L’ho messo a confronto col mio Bruno Arcieri, e devo dire che sono assai soddisfatto del risultato… e divertito dal constatare che le scene in questione funzionano benissimo anche per chi non sa nulla di fumetti.

Dopo Eccetto Topolino hai un altro saggio nel cassetto al quale sogni di lavorare?

Io, Fabio Gadducci e Sergio Lama stiamo pensando da tempo a un saggio centrato sulla “Scuola Mondadori”, ovvero l’autentico atelier del Fumetto italiano diretto da Cesare Zavattini e Federico Pedrocchi fra il 1937 e il 1941, che ha dato origine al Fumetto italiano moderno e ha tentato di imporlo con eguale dignità accanto al Cinema e alla Letteratura, puntando sulla massima qualità artistica.
L’argomento è trattato ampiamente in Eccetto Topolino, con ampi raccordi con gli inizi di Gian Luigi Bonelli come autore ed editore, ma resta una notevole mole di documentazione ancora inedita e spazio per un’analisi specifica e approfondita.

Grazie per aver trovato il tempo di rispondere alle nostre domande e saziare – in parte – la curiosità dei nostri lettori!
A presto!

Grazie a te e ai lettori. A presto!

 

Eccetto Topolino – Lo scontro culturale tra fascismo e fumetti
Collana: L’Arte delle Nuvole, 29
9788894818659
Aa.Vv.
Formato: 1 volume 19×26 cm, cartonato b/n, pg.496
Prezzo: 35,00 euro

Il saggio è già disponibile sul nostro sito cliccando qui