Arriva Tarzan, l’uomo scimmia!

«Mi chiamo Greystoke, John Clayton II, sono figlio dei Lord inglesi Alice e John Clayton Greystoke, sono nato nel 1912 nella Giungla africana e sono stato cresciuto dalla scimmia Kala, mia madre adottiva, all’interno della tribù e da adulto sono diventato il Signore della Giungla, sono Tarzan!»

John Clayton II Greystoke

 

Edizioni NPE è lieta di annunciare il saggio più completo in Italia su tutto ciò che riguarda il mondo di Tarzan, l’uomo scimmia. Frutto di ben 5 anni di ricerche, questo nuovo, corposo volumone di Raffaele De Falco (già autore del bestseller Tex – Fiumi di China italiana in deserti americani) è in vendita proprio questo mese sul nostro store e in tutte le fumetterie (e da gennaio in libreria).

Vogliamo presentarlo con un breve estratto dell’opera, che ci presenta la genesi di questo eroe multimediale senza età che incarna lo spirito puro dell’avventura.

[…] La leggenda narra che un nobile inglese, John Clayton Greystoke, che nell’anno 1888 è incaricato di svolgere una delicata missione in una colonia britannica sulla costa dell’Africa occidentale. Partito da Dover con la moglie, Lady Alice Rutherford, una volta raggiunto il continente nero lui e la consorte s’imbarcano a Freetown, sul piccolo veliero Fuwalda, per raggiungere la destinazione finale. Per sfortuna della coppia a bordo del veliero si scatena un feroce ammutinamento. Lord Greystoke in un primo momento riesce a tener testa agli ammutinati, poi, travolto dagli avvenimenti, dopo l’uccisione del capitano Billings, è obbligato, per aver salva la vita, a caricare moglie e bagagli su una barca e a raggiungere la costa africana nel territorio dell’Angola (Gabon).

Abbandonati al proprio destino per i due giovani la situazione si presenta subito drammaticamente complicata. […] A rendere il tutto ancor più gravoso c’è l’attesa di un bimbo da parte di Lady Alice. Lord Greystoke fa di tutto per mettere al sicuro la sua donna e la sua futura progenie. Per difendersi dalle insidie costruisce dapprima un rifugio in cima a un albero e, in seguito, una capanna con un focolare in pietra. […] Ciononostante, tempo dopo questa terribile esperienza, la donna dà alla luce un figlio che è chiamato John Clayton II. […] Malauguratamente una notte, a un anno dalla nascita del bambino, devastata nel corpo dalla malattia e sconvolta nella mente, Alice muore. Lord Greystoke, caduto nello sconforto, disperato e con un bimbo da accudire, diventa facile preda degli attacchi animali. Kerchak, il capo della tribù delle gigantesche scimmie […] sferra l’attacco decisivo alla capanna di Lord Greystoke mettendo fine ai suoi giorni. […] Un’altra scimmia di nome Kala, in preda dell’istinto materno prenderà il bimbo nella culla e lo porterà via…

[…] Tarzan è la quintessenza dell’avventura, con l’esplicito rifiuto della civilizzazione (vista come un mostro snaturante il mondo delle origini) a favore della magnetica attrazione dell’affascinante e ignoto mondo della natura che, attraverso i suoi luoghi misteriosi e magici, è soprattutto rappresentato dalle belve, leoni, scimmie, elefanti e tutte le terribili creature selvagge che terrorizzano l’inconscio dell’uomo moderno, a retaggio della sua arcaica paura e fragilità. Tarzan non è uomo, non è una scimmia, non è qualcosa a metà tra le due specie: è altresì l’involucro che racchiude in sé le qualità migliori dell’uno e dell’altro ambito! Tarzan è l’incontrastato re dell’universo di cui fa parte ed è anche lo specchio del lettore.

Gran parte del successo del personaggio risiede nell’abile modo di raccontare l’avventura da parte di Edgar Rice Burroughs. Un linguaggio immediato e senza manierismi. Un linguaggio che trasporta facilmente il lettore fuori dal quotidiano della sua esistenza, della sua triste, piatta, realtà quotidiana, proiettandolo e facendolo sentire parte integrante dei fantastici luoghi descritti nelle pagine che legge e che danno vita ad un intero cosmo che, miscelando realtà e fantasia, lo avvolge e si sviluppa intorno a lui.

Tarzan è il capostipite dell’eroe avventuroso e, in un certo senso, per certe sfaccettature, anche del supereroe. Tarzan impersona narrativamente l’ideale dell’homines e, non a caso, diventa quasi immediatamente un successo che si nutre di se stesso, crescendo mediaticamente in modo esponenziale. Esce dalle pagine dei racconti ed è oggetto di trasposizione filmica, radiofonica, televisiva, teatrale… è il progenitore, il cliché del filone del fumetto realistico d’avventura, il modello da dove si svilupperanno il fumetto e il racconto avventuroso e persino quello supereroistico del comic book, certamente più di Buck Rogers, nato il suo stesso giorno d’esordio sulle strip e – almeno in questo settore – considerato sicuramente come il big bang, il punto zero del fumetto cosiddetto “moderno”.

Il Re delle Scimmie è stato tradotto in oltre 30 lingue tra cui l’esperanto, l’urdu e il russo (i sovietici hanno ritenuto che fosse un’immagine paritaria: essendo allevato da scimmie – intese quasi come proletarie – era quindi considerata un’immagine positiva e, quindi, gradita ai giovani comunisti). In Germania, dopo la prima guerra mondiale, le vendite di Tarzan erano così vaste da irritare un editore locale, che per contrastarlo pubblicò un “anti-Tarzan”… Tarzan Eats Tedeschi.

Negli Stati Uniti e, successivamente, nel mondo ha ispirato un merchandising incredibile: maglioni, gelati, panini, gomme da masticare, cards, toys, un manuale ufficiale del clan Tarzan e addirittura un dizionario di 500 parole della lingua inglese-scimmia e scimmia-inglese.

Tarzan è un fenomeno al di sopra di tutto e di tutti, svincolato da qualsiasi catena di genere, di tempo e luogo, è un’idea che si sviluppa bene diventando protagonista in qualsiasi contesto lo s’inserisca, ottenendo di volta in volta un rinnovato successo pur rimanendo sempre se stesso: il Signore della Giungla.

La redazione di Edizioni NPE ha intervistato l’autore del volume, Raffaele De Falco, che ci ha raccontato di come è nato questo incredibile progetto:

Tu sei uno studioso del fumetto, sei nel mondo delle “nuvolette” da tanti anni: perché tra tanti personaggi hai scelto proprio Tarzan come soggetto per questo tuo nuovo saggio?

In realtà la risposta la trovi già nella prefazione del libro. Perché in questa società in cui si è così soffocati da uniformità, consumismo, mancanza di libertà assoluta mascherata da democrazia, dedicarmi alla riscoperta dei valori primordiali di cui è la personificazione Tarzan è stata un’avventura fantastica. Ma soprattutto perché non Tarzan? Perché no?

Nel presentare il libro, il tuo editore parla di cinque anni di lavoro. Perché ci hai messo così tanto?

In realtà l’idea d’imbarcarmi in uno studio approfondito dedicato a questo eroe mi girava in testa da un bel po’ e la molla è scattata all’alba dei festeggiamenti del centenario nel 2012. Ho cominciato dai fumetti e ho trovato storie di uomini incredibili legati a Tarzan. Allora mi è venuta la voglia di guardare in modo più approfondito, “oltre la collina”, a 360° nel mondo di questa icona mediatica. Dopo circa un anno di lenti ma progressivi approfondimenti, a un incontro con Nicola Pesce casualmente l’argomento è caduto sulla vasta espansione della figura e del mito dell’uomo scimmia. Nicola, che in questi casi la vede lunga, mi ha invitato a condividere con i tantissimi fan del Re della giungla questi studi allestendo un saggio.

Ho accettato la “sfida” e mi ci sono buttato a capofitto, ciononostante per vastità e complessità del tema ci son voluti comunque altri cinque anni…

Abbiamo notato che il volume è corredato da una ricchissima iconografia, normalmente i saggi sono appannaggio del testo e sono asciutti iconograficamente: perché questa scelta?

Come ho avuto modo di dire già al tempo della pubblicazione del volume su Tex, per come il sottoscritto realizza i libri questi non sono etichettabili come saggi, enciclopedie, cataloghi o che altro! Ma sono un po’ tutto ciò. A me non interessa realizzare “il saggio” intellettualmente elevato dove la prosa vuole convincere che la veduta dell’argomento da parte dell’autore è l’unica giusta e chi legge deve sentirsi obbligato ad accettare il sermone che sto propinando! Per me il concetto di saggio è fare una analisi quanto più oggettiva possibile dell’argomento trattato e consegnare al lettore dati storicamente inoppugnabili e verificabili accompagnati da un testo scorrevole e quasi confidenziale. Poi, per il mio modo di fare, se approfondisco, mi piace farlo andando alla ricerca anche dei minimi particolari e dando allo scenario la completezza che magari non ci si aspetta. Infine, parlando dell’iconografia, se non la si concede in abbondanza trattando di personaggi famosi anche per la loro vasta capacità di essere interpretati da schiere d’artisti… allora di cosa parliamo!

 

Tarzan – Il mito dell’avventura tra giungla, storia e società
Autore: De Falco Raffaele
Collana: Saggistica & Narrativa
Formato: 19×26 cm, cartonato colori, pg. 496, 49,00 €