Il gatto è in tavola, signor lettore! di Paolo Di Orazio

In attesa dell’uscita di The Black Cat, splendido adattamento a fumetti del celebre racconto di Edgar Allan Poe ad opera di Nino Cammarata, Edizioni NPE ha il piacere di condividere con voi lettori un estratto della incredibile prefazione al volume a firma del re del brivido Paolo Di Orazio. Buona lettura!

 

Per alcuni autori e lettori di fumetti e narrativa horror, la conoscenza, la passione per un titano iniziatico della letteratura gotica, del terrore e dell’inverosimile (e si sostiene anche della psicoanalisi) quale Edgar Allan Poe (Boston, 1809 – Baltimora, 1849) tutt’oggi rappresenta e incarna, forse iniziano proprio con le riduzioni sceneggiate e disegnate delle antologie mondadoriane Le spiacevoli notti di Zio Tibia, Mezzanotte con Zio Tibia e Zio Tibia colpisce ancora, pubblicate tra il luglio 1969 e il maggio 1972, mentre Kriminal e Satanik già infestavano le edicole indignando i padri fondatori della morale del nostro amato Paese. Un paese dalle contraddizioni così mostruose nei suoi atti storico politici da non aver mai potuto accettare la metafora irradiata dall’immaginario horror.

Fra gli episodi proposti, tornando a Poe in formato fumetto, Una storia dettata dal cuore, Una botte di vino pregiato (ovvero Il barile di Amontillado) entrambi sceneggiati da Archie Goodwin e disegnati da Reed Crandall quasi in stile acquaforte; il magnifico, psichedelico e angosciante La rovina della casa degli Usher e il super-gore La maschera della morte rossa, entrambi testo e disegni del leggendario e materico Tom Sutton; il perverso Berenice (testi Archie Goodwin, disegni plumbei di Jerry Grandenetti), poesia pura in tanato-sofia pseudo-forense. Provenienti dal leggendario mensile americano «Creepy» (Warren Publishing), fondato negli anni Sessanta dall’illuminato editore James Warren, che dette al fumetto horror il formato rivista (21x28cm) per aggirare i tentacoli censòri della Comics Code Authority contro i comic-book pulp e del terrore, i suddetti titoli godono di multipla natura.

La principale è quella di essere il racconto a fumetti perfetto, a prescindere da Poe, a prescindere dall’horror; la non del tutto secondaria è quella di riassumere una meta-scuola di come si può ridurre un classico della letteratura moderna senza perdere le sfumature, le molecole dell’impianto originale in prosa mettendolo su tavola con didascalie, inquadrature, movimento e dialoghi (e, per i più arditi, come vedrete subito dopo questa chiacchierata, fare della tavola stessa una semi-animazione narrante al di là della funzione del testo).

Chiaramente, l’aspetto introspettivo psicologico che nelle opere di Edgar Allan Poe è il vento maestro della scansione narrativa, per ragioni ovvie, lo si ritrova compresso in piccoli spazi dalla necessità primaria della tecnica sequenziale di sviluppare fatti e azioni in pochissime tavole, fra le otto e le dodici (sempre nel caso delle riduzioni pubblicate su «Creepy»). Ed è questo il timore e il motivo per cui molti autori (e lettori) evitano l’approccio con tali esperimenti di trasposizione. La paura di tradire l’origine letteraria e non saper ritrovarne il sapore. Addirittura, atterriti dalla fatale possibilità di perdere la magia primitiva del racconto. Quando è palese, inevitabile che due macchine mediatiche diverse di una stessa storia non potranno mai riflettere integralmente l’una le caratteristiche dell’altra. È come cercare corrispondenze esatte di forma e sostanza tra il bruco e la farfalla, tra il ghiaccio e l’acqua in cui si scioglierà, tra la versione infantile e quella adulta di una stessa persona.

Eppure… eppure non è impossibile.

Come nel caso di questo libro.

Ma non affrettiamoci.

Il gatto di Nino Cammarata può attendere ancora un minuto, dietro il muro.

Tornando alla trilogia di Zio Tibia, oggi recuperabile sui mercatini online e nelle fiere, oppure ristampato e riscritto in un formato più ampio, proprio Il Gatto nero manca all’appello nei tre colossi dell’horror editoriale del passato. Ovvero, esiste, fu realizzato per i disegni di un certo Bernie Wrightson (sceneggiatore in proprio per questa sublime, mastodontica occasione). Forse non fu inserito nel sommario dei suindicati tascabili italiani perché si ritenne il pubblico non maturo abbastanza da tollerare atrocità sul nostro animale domestico preferito e su una donna.

Edgar Allan Poe fu (è) anche questo, ma naturalmente senza esibizionismo o edonismo nell’atto in sé. Poe racconta la psiche umana nelle sue mostruose fragilità e potenza di libero arbitrio.

Avendo acquistato il presente magnifico volume, diamo per scontato che siate amanti di Poe e quindi che lo conosciate a fondo. Al contrario, se giustamente avete fatto il vostro acquisto dopo aver sfogliato il libro, catturati dalle immagini di Nino Cammarata senza sapere ancora chi Poe sia, be’, non fa differenza.

Poe è soprattutto realismo psichico e onirico. La sua narrativa non fa sconti e ti imbratta l’anima con tutti i mezzi a disposizione. Così come la mente non ha filtri con noi stessi. Sia per quanto riguarda i sogni, sia per quanto riguarda la trinità Io, Es e Super-Io.

Poe è nato prima di Freud, e Cammarata lo sa […]

Continua su:

The Black Cat di Nino Cammarata
Collana: Horror, 5
1 volume 21×30 cm, cartonato colori, pg.96
Prezzo: 19,90 euro