Intervista inedita a Sergio Toppi su Dino Battaglia
Di seguito una intervista inedita in Italia (l’originale fu registrata e trascritta in francese per le Ed. Mosquito) a Sergio Toppi su Dino Battaglia.
Traduzione di Gloria Grieco.
Ha incontrato Dino Battaglia nel 1964, e da lì è nata una grande amicizia… Più si osservano i vostri percorsi, più si resta colpiti dalle affinità presenti tra voi…
Lo incontrai in occasione della presentazione di un’enciclopedia per bambini realizzata in Italia per una casa editrice americana che aveva reclutato dei disegnatori, me compreso. La casa editrice aveva organizzato uno spettacolo all’americana: “Il più bel giorno della mia vita è stato quando ho incontrato Mister Machin, il responsabile di questa bella azienda…”.
Io mi sentivo un po’ fuori luogo, e mi ritrovai a tavola con Battaglia che conoscevo di fama, era più noto di me ed era già un nome nel mondo del fumetto… Abbiamo cominciato a parlare di boutique, anche lui aveva la passione per le uniformi e tutto è iniziato da qui… Avevamo gli stessi interessi e si instaurò una bella amicizia. Rimasi sorpreso dalla sua gentilezza. In breve tempo i rapporti si intensificarono, c’erano molto rispetto e affetto tra di noi. Ci siamo poi incontrati con le rispettive mogli, la sua ci ha invitati a casa loro, e noi abbiamo ricambiato l’invito…
Il grande Battaglia aveva una lingua tagliente, ma disse di essere impressionato dal suo talento. Quali ricordi conserva Sergio Toppi su Dino Battaglia?
Di primo acchito, Battaglia non sembrava una persona facile. Tuttavia, se entravi nella cerchia di coloro che riteneva simpatici, diventava incredibile. Quando l’ho conosciuto, era già molto famoso. A volte nel mondo del fumetto si parla di gelosia professionale, lui ne era la perfetta antitesi.
Un giorno, all’editore di Quadragono Libri, con cui aveva pubblicato un volume, propose di farmi lavorare su un libro, ma queste persone non sapevano proprio chi fosse quel Toppi di cui gli parlava! È stato lui a permettermi di avere nuove opportunità di essere pubblicato, e non è un atteggiamento così frequente. Grazie a lui ho realizzato Ukiyo-é Haiku & Suspense nel 1975. Credo che mi volesse bene, e la sua è una delle perdite che più mi addolora.
Fra Colasanti, che è stato direttore del Messaggero di Padova, disse che Battaglia era Raffaello, e lei Michelangelo. A livello grafico, crede di aver ereditato qualcosa da Battaglia?
No. Lui aveva un tratto più raffinato, mentre il mio è più duro. I disegni di Battaglia avevano sempre una forma di nobiltà e raffinatezza che a me mancano.