Beppe & Co.
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Collana
Numero in collana1
Formato22x26,5 cm, 88 pag., cartonato in bianco e nero
ISBN9788896681077
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Prezzo € 9,90 €9,41
Beppe & Co.
In Beppe & Co. l’autore termolese dà sfogo a tutta quella serie di pulsioni e nevrosi che hanno caratterizzato la sua produzione fumettistica, dai personaggi “minori”, come Elviro il vampiro, a quelli di maggior importanza come Cocco Bill, Zorry Kid e Jak Mandolino, senza i limiti imposti dai lettori generalisti, troppo restii ad accettare drastiche rivoluzioni nei temi trattati e nel modus operandi del Jac, senza disdegnare nel contempo incursioni nella politica e nella quotidianità. Con quest’opera Jacovitti dipinge ancora una volta un quadro pungente di un’Italia che non amava affatto la comicità se non era politicamente corretta e moralista.
Jacovitti è entrato a pieno titolo negli annali storici del fumetto italiano, soprattutto grazie alla forma caricaturale dei suoi personaggi. I suoi fumetti hanno riscosso il plauso della critica, e si sono intrecciati spesso con gli accadimenti di portata epocale che hanno contraddistinto l'evolversi dell'Italia. Tantissimi gli scolari degli anni Sessanta-Settanta che, fra libri e quaderni, nel loro zainetto non facevano mai mancare il suo diario, il famosissimo Diario Vitt.
La caratteristica forma anatomica dei piccoli personaggi ai quali ha dato vita sulla carta, la loro espressione a volte gioiosa, a volte grottesca, i suoi salumi e affettati, serpenti e lumaconi che guardano con ogni tipo di espressione, nonché tanti altri oggetti i più diversificati e sparsi nei posti più impensati, lo hanno reso popolare al grande pubblico.
Non molti sono a conoscenza di una sua produzione di fumetti per adulti, contraddistinte dal suo solito stile, ma comunque esplicite su temi sessuali. Nel 1977 infatti pubblica, assieme a Marcello Marchesi, il libro Kamasultra, che Edizioni NPE ha avuto l'onore di ristampare dopo tanto tempo. In tutta l'opera di Jacovitti c'è invero una punta di erotismo seppur accennato e caricaturale. In un'intervista di fine anni Settanta l'autore racconta le costrizioni della censura sul suo lavoro giovanile giunta fino a imporgli delle figure femminili asettiche, in perfetta antitesi con la sua tendenza a esagerarne gli attributi.
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