Ruggero Deodato nasce il 7 maggio del 1939 a Potenza. Romano di adozione (suo padre si trasferì con la famiglia nella capitale quando lui era appena un bambino), dimostra sin da piccolo attitudine per il mondo dello spettacolo. Gli studi di Cinecittà sono a due passi da casa sua e Deodato lì ha modo di conoscere molti registi. Il suo debutto nel cinema però avviene come attore e non come aiutante regista, per meglio dire come comparsa. Ma la sua carriera di attore si interrompe presto, perché lui stesso si rende conto di non avere le carte in regola. Fu Roberto Rossellini a dargli l’opportunità di cominciare a lavorare come assistente alla regia. La sua collaborazione con Roberto Rossellini conta alcuni film importanti. Tra questi: Viva l’Italia (1960), Il generale della Rovere (1959), Era notte a Roma (1960), Vanina Vanini (1961), Anima nera (1962), L’età del ferro (1964). Fu assistente anche di Carlo Ludovico Bragaglia in alcune pellicole: la più importante è di sicuro Ursus nella valle dei leoni (1962). Quindi lavora con Sergio Corbucci ne Il figlio di Spartacus (1962), Lo smemorato di Collegno (1962), Gli onorevoli (1963), Il monaco di Monza (1963), Il giorno più corto (1963), Totò sexy (1963), Johnny Oro (1966), Navajo Joe (1966), I crudeli (1966), Django (1966).

Quindi diventa assistente di Luigi Capuano in Anthar l’invincibile (1964) e La vendetta dei gladiatori (1964), ma pure di Mino Guerrini (Il terzo occhio, 1966), di Gianni Puccini in Amore e matrimonio (1964) e di Riccardo Freda in Giulietta e Romeo (1964).

Si avvicina al cinema fantascientifico e dell’orrore grazie ad Antonio Margheriti, uno dei suoi maestri riconosciuti, e all’esperienza accumulata come assistente alla regia in pellicole come: Danza macabra (1964), I Diafanoidi vengono da Marte (1965), Il pianeta errante (1965) e nei serial televisivi di fantascienza che il maestro girò nel 1965 sotto il titolo di Guerra tra i pianeti.

L’esordio vero e proprio nella regia è datato 1968. In quell’anno Deodato gira addirittura quattro pellicole che spaziano dalla commedia sexy al fantastico-avventuroso. Si tratta di: Donne… botte e bersaglieri, Vacanze sulla costa Smeralda, Gungala la pantera nuda e Fenomenal e il tesoro di Tutankamen. Nel 1969 dirige I quattro del Pater Noster e alcuni episodi del serial televisivo Triangolo Rosso.

Nel 1971 torna in televisione con la fortunata serie thriller All’ultimo minuto. Sarà una costante di Deodato questo alternare piccolo e grande schermo. Lo fa ancora oggi, come non ha mai smesso di impiegare i ritagli di tempo per girare spot pubblicitari.

Poi torna al cinema con un thriller erotico e un poliziesco atipico: Ondata di piacere (1975) e Uomini si nasce poliziotti si muore (1976). Quindi dirige due film molto diversi come Ultimo mondo cannibale (1976), che dà il via alla famosa trilogia, e L’ultimo sapore dell’aria (1978).

Nel 1979 dirige il cult Cannibal Holocaust. La casa sperduta nel parco è del 1980 ed è pensato sotto l’influenza del capolavoro di Wes Craven L’ultima casa a sinistra. Nel 1983 gira I predatori di Atlantide, dove si ritaglia anche una particina come attore, quindi nel 1984 completa la mitica trilogia con Inferno in diretta, film crudo e spietato, forse ancor più di Cannibal Holocaust. I barbari (meglio noto come The Barbarians & Co.) è del 1987 ed è un bel fantasy alla Conan girato senza penuria di mezzi. Ritorna al thriller orrorifico e psicologico con Un delitto poco comune (1988).

Il regista romano chiuderà con il cinema (speriamo temporaneamente) con due thriller dai risvolti erotici: Ragno gelido (1989) e Vortice mortale (1994).

Instancabile nelle produzioni pubblicitarie (Piaggio, Fiat, Philips, Carrera, Seat Ibiza, Renault, Sperlari, Kraft, Polenghi Lombardo, Buitoni, Crodino, Fanta, De Longhi sono solo alcune delle aziende per le quali ha girato spot) e sul piccolo schermo, è stato anche regista di Bud Spencer in Padre Speranza (2001).

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